Ferrari Dino

Quando nacque Alfredo (Dino), il suo destino era ormai certo.Sarebbe stato difficile deviare dal percorso che suo padre Enzo aveva immaginato per lui, ma riuscì comunque a fuggire dalla grande ombra del maestro dei motori 12 cilindri per dare il suo nome ad una lunga serie di motori e macchine cambiarono la storia automobilistica Ferrari. Durante la prima metà degli anni 50, prima di ammalarsi, Dino lavorò insieme ad altri ingeneri sui motori 6 cilindri. Ammalatosi nel 1955 morì nel giugno 1956 alla giovane età di 24 anni. Enzo, disperato, decise di nominare "Dino" ogni motore V6 prodotto dalla Ferrari. L'ingegnere Jano proseguì il lavoro e durante lo stesso 1956 il primo motore V6 fu messo sul banco di prova della fabbrica Ferrari.La Ferrari volle dare origine ad una macchina stradale in modo da usare questo nuovo motore e commissionò a Pininfarina la progettazione.Dopo il primo prototipo "Dino Berlinetta Speciale" (presentato la prima volta al Salone di Parigi nel 1965), Aldo Brovarone produsse le bellissime Dino 206GT, 246GT e 246GTS (Targa)Queste macchine erano dotate del motore 6 cilindri a V con qualche modifica interna in modo da erogare una potenza massima oltre i 180 CV.

Nacque così il brand Ferrari Dino che avrebbe dovuto entrare sul mercato come rivale di vetture come la Porsche 911. Per non “sporcare” il nome della casa costruttrice con auto “economiche”, il fondatore decise così di lanciare le Dino, per conservare la memoria del figlio di Enzo Ferrari.Dal 1969 al 1974 venne prodotta la Dino 246 GT, per un totale di 3.761 unità. La vettura aveva un propulsore 2.4 da 195 cv (246 sta appunto per 2.4 litri, 6 cilindri, come da tradizione Ferrari) ed era disponibile sia in versione coupé che, dal 1971, in versione spider (Dino 246 GTS).

La velocità massima dichiarata era di 235 Km/h, ma un test effettuato in Inghilterra dimostrò che l’auto poteva raggiungere i 238 Km/h (la Porsche 911S faceva solo 219 Km/h).Le nuove forme tonde e compatte di questo piccolo gioiello dello styling sono rimaste un canone estetico indelebile nella storia delle auto sportive, delineate con grande maestria da Pininfarina. L’anteriore della Ferrari Dino 246 GT ha un fascino che ricorda quello dei prototipi da competizione che la Ferrari portava in pista: un perfetto connubio tra eleganza e aggressività.

Piccola sulla carta ma grande nelle emozioni. La Dino 246 GT, pur non potendosi fregiare del marchio del Cavallino Rampante, rimane una Ferrari di tutto rispetto: il suono del motore 6 cilindri è inebriante, il cambio con la griglia a selettori ricorda quello delle vetture da gara degli anni ’60. Le marce, perfettamente scalate, mantengono il motore aspirato sempre in tiro e alto di giri. Inoltre l’agilità della vettura è a dir poco sorprendente, con uno sterzo molto diretto, da la sensazione al pilota di avere la strada in mano, per un’esperienza di guida nel misto che diventa esuberante.L’epoca delle Ferrari Dino 246 GT è destinata a perdurare nel tempo, in quanto un autentico pezzo da collezione da custodire e sfoggiare in occasione di raduni e rievocazioni storiche. Un oggetto incredibilmente pregiato che non può mancare nel garage degli appassionati del Cavallino più esigenti.

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