Big Emotion n. 2 - Ruote Da Sogno

Editore: Big Emotion
Data uscita: 25/01/2022

Prendi un sogno e lascialo bruciare in te”, diceva Shakespeare. E se si desidera trasportare i sogni nel magico mondo dell’auto d’epoca, basta fare un salto a Reggio nell’Emilia, e visitare gli 8.000 metri quadri di “Ruote da Sogno”, un’azienda nata dalla fantasia di Stefano Aleotti, un imprenditore milanese che ha deciso di dare sfogo fino in fondo alla sua passione. 

E lo ha fatto posizionando la sua azienda proprio nel cuore della Motor Valley emiliana. La zona che, da sempre, alimenta i sogni motorizzati di tutti gli appassionati del Pianeta.

Ruote da Sogno sembra uscita da un incantesimo. Infatti, nei suoi corridoi sono esposte circa 160 auto, tra classiche, youngtimer e supercar. Ma pure oltre 600 moto di ogni epoca e marca, comprese quelle che i ragazzi (e qualche indomita ragazza) negli Anni ‘60 e ‘70 usavano per scorazzare e sentirsi liberi di sfidare il mondo. Come poteva fare chi, per esempio, possedeva una delle esposte Kawasaki 500 Match 3. 

Ma anche tante auto, davvero da sogno. Come una Fiat 8V speciale, un’Aurelia B24 come quella guidata da Gassman del film “Il Sorpasso”, un’introvabile Alfa Romeo GTAM, figlia dei circuiti d’alta velocità, uno stuolo di Ferrari, dalla 308 alla Testarossa, ed una batteria di Porsche, compresa una 996 GT3 ed una mitica Carrera RS, quella degli Anni ‘70, quella con il famoso alettone posteriore a becco d’anatra. E non manca il sogno dei sogni dei giovani di allora, la Dino 246 GT. L’oggetto a quattro ruote con il quale Enzo Ferrari fece ricordare al mondo il suo amatissimo figlio perduto e che fu la prima Ferrari di serie con il motore centrale. In più molte youngtimer, le auto più recenti che possono essere usate tutti i giorni e che godono di innumerevoli agevolazioni fiscali ed assicurative. E tutto questo è perfettamente restaurato e marciante.

Certo, Ruote da Sogno non è un museo e tantomeno una collezione privata, ma è uno dei più qualificati operatori europei in grado di soddisfare le richieste ed i desideri sia di collezionisti che di appassionati. A patto che siano desideri che vengono dal passato! 

Quindi, perchè non fare un giro per quei corridoi e non trasformare una banale gita in un momento culturale? Magari con qualche giovane, al quale spiegare come era tosto controllare quelle sportive e quanto piacevano alle ragazze. Non c’è motivo di privarsene, anche se la voglia di possedere questi gioielli ed il portafoglio non sono d’accordo. A meno che, pur da appassionati, non si sia più capaci di sognare. O, addirittura, che non si abbia sognato neanche a quei tempi...