Lotus Elise S1

La purezza è un concetto prezioso, fragile e vulnerabile nel mondo delle automobili. La Lotus Elise, nella sua semplicità costruttiva e meccanica è una rara eccezione tra le vetture sportive.La struttura fatta di alluminio e vetroresina che la compone trasuda da ogni angolo l’essenza della guida sportiva senza filtri che la contraddistingue, secondo il mantra che l’ha resa famosa: “Less is More”. Tutto ciò che ruota attorno alla piccola inglesina è romantico e affascinante, a partire dalla storia stessa del modello.

La Elise nasce dalla volontà di Romano Artioli, imprenditore italiano allora proprietario del marchio Bugatti Automobili S.p.A. con sede nello storico stabilimento di Campogalliano. L’idea era quella di creare una vettura sportiva rievocando a gran voce i canoni e la filosofia di Colin Chapman: ne risultò una vettura spartana, semplice, leggera ed essenziale.

Contemporaneamente alla nascita del progetto della Lotus, vide la luce la nipote di Romano Artioli, Elisa: fu così che in onore della nuova arrivata, la piccola sportiva inglese venne chiamata Lotus Elise. Era lei la bambina che faceva capolino dall’interno della Lotus Elise verde che nel 1995 venne svelata al Salone di Francoforte. Nella storia delle automobili questa è sicuramente la più romantica, e possederne una significa esserne parte, condividerne le emozioni. Sentimentalismi a parte, è sulla strada che la piccola peste mostra tutta la sua magia.La Lotus Elise S1 ha la magnifica capacità di trasformare la benzina in divertimento puro.Una volta saliti a bordo ci si rende conto che tutto è volto al minimalismo: gli interni privi di rivestimenti lasciano in bella vista la nuda struttura della vettura: sulla prima serie non furono previsti né radio, né climatizzatore, neppure i tappetini. Anche la pedaliera è realizzata in estrusi di alluminio, proprio come il telaio che è ben visibile dalla posizione di guida. Da puro elemento strutturale, normalmente celato nelle altre autovetture, nella Elise diventa invece una peculiarità stilistica, proprio come succede sulle automobili da corsa. La sottile carrozzeria è realizzata in vetroresina contenere il peso ed aumentare la rigidità strutturale, e ricorda la linea delle classiche automobili da corsa inglesi.

Una volta in marcia il confort di guida non sarà più una priorità: il motore Rover Serie K, 16 valvole da 1795 cc (lo stesso della MG F) non è sicuramente un mostro di potenza, ma il peso ridotto e l’attenzione nello sviluppo del telaio rendono la Lotus Elise molto più veloce e divertente di altre sportive più costose e più potenti.No ABS, no servofreno, no servosterzo: tutti filtri che renderebbero la guida della Elise “ovattata”.Al contrario il rapporto con la vettura è assolutamente personale una volta al suo interno, fatta dagli odori e dai rumori della meccanica, dalla possibilità di poter estendere i propri arti superiori ed inferiori fino alle ruote, passando dai pedali e dal volante.Per questo motivo è diventata il punto di riferimento quando si parla di “go-kart feeling”, la sensazione cioè, di essere alla guida di un kart piuttosto che di una vettura stradale.

La purezza è un concetto fragile, delicato se vogliamo.

Possiamo definire la Lotus Elise come la custode dei rudimenti fondamentali per costruire una vettura che deve essere divertente ma senza dover ricorrere a potenze esagerate o “diavolerie” elettroniche.Non importa se avete percorso una strada di montagna o avete appena concluso un track-day in pista: se l’avete fatto a bordo di una Lotus Elise sarà stata sicuramente un’esperienza indimenticabile.