Ducati 999: l'incompresa di Borgo Panigale.

Definire la Ducati 999 l’erede della precedente 916 è una frase che fine a quale anno fa avrebbe fatto irritare (e non poco) i Ducatisti più radicali ed affezionati. Storicamente parlando, la 999 è effettivamente nata dopo la fine della produzione della 916, moto che è stata amata in tutto il mondo per la sua estetica e per i risultati che una meccanica così raffinata era riuscita a portare a casa nel Campionato del Mondo Superbike. Nei primi anni del 2000 la 916 iniziò a mostrare i segni del tempo, nonostante comunque le continue evoluzioni del modello riuscissero a tenere il passo delle concorrenti: serviva l’idea per una moto nuova, in tutti i sensi. La Ducati pensò di affidare il progetto della nuova superbike al designer sud-africano Pierre Terblanche, un volto noto tra gli uffici di Borgo Panigale, che mise su carta uno dei più ambiziosi design fino a quei tempi visti in Ducati.
Sulle spalle della 999 gravava tutto il peso del dover sostituire (e quindi anche migliorare) quella che era stata definita la moto più bella del mondo in quel periodo storico.

Dopo mesi e mesi di studio la nuova sportiva di Borgo Panigale vide la luce, e la reazione dei più tradizionalisti fu purtroppo quella prevista: il pubblico a bocca aperta si domandava con smorfia confusa cosa fosse quell’oggetto lungo e sottile, con uno sguardo quasi alieno, forcellone a doppio braccio, che nulla aveva a che vedere con la bellissima Ducati 916. La nuova 999 non venne riconosciuta come erede, ma era in tutto e per tutto la rappresentazione di una rivoluzione all’interno del marchio Ducati, insieme ad un occhio per la tradizione.

Perché a voler essere molto romantici, sotto alla nuova veste della superbike bolognese batte il cuore della Ducati 998, il supercollaudato bicilindrico a L di 90° con distribuzione desmodromica 4 valvole per cilindro. Ma lo scontro tra tradizione ed innovazione è apparso abbastanza indigesto, tanto che lo stesso designer Terblanche a distanza di anni dichiarò di aver “fatto male i conti con i Ducatisti”, sperando che fossero più aperti al cambiamento. La linea molto tesa, spigolosa e muscolosa, un concentrato di idee e pensieri inusuali ed originali, con soluzioni troppo distanti dall’oggetto che sostituiva, molto più lineare ed gentile nelle forme.

Per fortuna della dirigenza, la Ducati 999 pensò da sola a mettere tutti d’accordo, ed iniziò a farsi piacere al pubblico cominciando a mietere vittorie nel Campionato SBK. L’eccezionale lavoro fatto dai tecnici nello studio della moto portò ad un mezzo che non venne apprezzato per le doti estetiche, ma che mise tutti a tacere sui tracciati di gara. Il motivo principale per il quale infatti la moto era stata progettata era quello di sostituire la 998 che correva in SBK, con una grande attenzione alle doti dinamiche e le prestazioni del mezzo.

Tra il 2003 ed il 2008 la Ducati 999 vinse ben 55 gare su 120 alle quali prese parte, 3 Campionati Piloti e 3 Campionati Costruttori su 5, diventando la più vincente Ducati che fosse mai stata prodotta. Dopo quasi 20 anni da questa scioccante prova di superiorità, la Ducati 999 sta vivendo la sua seconda giovinezza, rivalutata anche da coloro che l’avevano all’inizio disprezzata, snobbata.
Il design unico della “triple nine” è invecchiato benissimo, una moto fatta con molto amore e dedizione da parte di Ducati, ma che è stato possibile percepirlo soltanto a distanza di due decenni.

La giusta conclusione per la grande incompresa della famiglia di Borgo Panigale

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